L’articolo qui sotto è scritto con la preziosa collaborazione della Dott.ssa Ilenia Vella
Oggi ho deciso di riprendere un tema molto caro al nostro studio ed affrontare insieme a voi il delicato problema dei figli dei genitori che si separano.
Ad esempio voglio porvi alcune domande:
Quando è giusto dire al proprio figlio che mamma e papà si stanno separando ?
Quali saranno le conseguenze per il minore ?
Nel momento in cui una coppia decide di non stare più insieme e giunge alla separazione, anche se non ha più nulla in comune, continua spesso a litigare ed a odiarsi, senza rendersi conto che la maggior sofferenza viene patita dai bambini che dalla loro unione sono nati.
La quotidianità dei figli di genitori separati è rappresentata, nella maggioranza dei casi, dall’immagine di figli che vanno a casa del padre con gli scontrini in mano e la richiesta di avere metà della spesa fatta dalla madre. Oppure di altri che tornano da casa del papà con il preciso compito di controllare se la mamma ha iniziato a vedere un altro uomo, oppure di altri ancora che sono mandati a casa del genitore non affidatario senza il cambio per il giorno dopo o senza il materiale scolastico.
Non bisogna dimenticare mai che i bambini hanno bisogno di sicurezza e rassicurazione sul fatto che, anche se i genitori non staranno più insieme, la loro routine non cambierà e non saranno privati né di un padre né di una madre.
I figli che durante una separazione devono fare già i conti con il dolore, hanno i loro tempi e non dovrebbero essere inondati di dubbi e problematiche sulla fine della relazione tra i propri genitori.
Diverse posizioni affermano che i contrasti tra le figure genitoriali, percepite dal bambino, possono produrre effetti negativi sulla sua serenità. Infatti, soprattutto in tenera età, non ha una struttura di pensiero elaborata tanto da comprendere il conflitto e le relative esternazioni; è molto facile che nei bambini (ma anche nei preadolescenti) si ingenerino dubbi e poi traumi che sconfinano in paure, ansie, difficoltà a relazionarsi con il mondo esterno e mancanza di fiducia e protezione da parte del genitore.
Credo che già solo questa eventualità dovrebbe spingere chiunque ad andare oltre sentimenti quali rabbia, rancore, disistima, gelosia ed altre emozioni poco produttive.
Ad ogni modo un aspetto che ci piace sottolineare in questo contesto è il connubio tra separazione e stalking.
Stiamo parlando di quegli atti persecutori ad opera di ex che non accettano la fine di una relazione. Spesso, infatti, quando una separazione mette fine ad una convivenza o ad un matrimonio, succede che uno tra i partner, assolutamente e patologicamente contrario alla fine del rapporto, diventi lo stalker dell’altro, illudendosi di poter recuperare il legame perduto riconquistando con la forza l’ex.
Ossessionato dall’intenzione di recupero, lo stalker segue la sua vittima ovunque, a qualsiasi ora, facendosi trovare nei luoghi più frequentati; telefona insistentemente, invia messaggi di continuo, interferisce con il suo lavoro e nei casi più gravi, passa all’ingiuria, alla diffamazione, minaccia di morte, aggressione, percosse fino all’omicidio della vittima.
Il comportamento reiterato di tali condotte è un reato previsto dall’ordinamento penale sopratutto se capace di generare nella vittima uno stato di ansia e paura, provocandole un fondato timore per la propria incolumità, di quella di un prossimo congiunto o della persona alla stessa legata da relazione affettiva, costringendola a cambiare abitudini di vita.
La situazione, però, diventa ancora più grave se tutto questo avviene in presenza di figli, i quali possono essere usati dal persecutore per ossessionare ulteriormente la vittima minacciandola di toglierli o rapirli.
Tutto questo accade molto spesso ed in studio ne vediamo tante di situazioni del genere.
La prima cosa da fare in questi casi è procedere con un esposto finalizzato all’allontanamento del genitore stalker dalla vita dell’altro. Ciò comporta quasi sempre un allontanamento anche dei figli dalla vita dello stalker i quali, nella maggior parte dei casi, sono usati come “strumento di controllo” dall’ex partner. Molto spesso questa cose ci dispiace perché lede il principio della bigenitorialità, soprattutto in quei casi in cui lo stalker non è neppure consapevole di essere diventato tale nella vita dell’ex. Alle volte si tratta solo di una persona ancora innamorata, un genitore infelice e triste che eccede nelle proprie emozioni. Ma i rischi sono così gravi da non poter lasciar correre soprattutto quando seppur avvisato nei dovuti modi non interrompe il proprio modo di agire.
Dal punto di vista civile è senz’altro fondata anche la richiesta di affidamento esclusivo con diritto di visita da regolamentare secondo la gravità dello stalkeraggio.
D’altro canto molto spesso neppure le vittime di stalking si rendono conto delle conseguenze gravi che può comportare il proprio silenzio e l’omessa denuncia dei fatti alle competenti forze dell’ordine. Sottovalutano l’insistenza dell’ex e mettono a repentaglio oltre che la propria incolumità anche quella dei propri figli.
Fortunatamente spesso in studio si colgono segni di un’omissione, una titubanza, ansia o cambiamenti repentini di versione; ed insistendo esce fuori la verità e allora si può intervenire velocemente evitando il peggio.
Tutto molto complesso e richiede una dose di empatia superiore a quella richiesta da altri casi di studio.
Come concludere allora?
Con una frase scontata? un modo di dire.. Francamente non mi va.
E allora ti do un paio consigli. Sii consapevole e cauto nella gestione della tua rottura, specialmente se hai figli. Cerca validi professionisti soprattutto quando la rottura non è semplice perché non è condivisa. Sopporta ma non oltre; tieni sempre fuori i tuoi figli da ogni questione che non li riguarda. Spiegagli le cose ma in un modo a loro comprensibile. Proteggili senza fargli paura. Il resto andrà un pò come deve e ci vorrà del tempo per appianare davvero la crisi provocata dalla rottura.
Ma è fondamentale limitare i danni in questo lasso di tempo (anche lungo) che può richiedere lo stabilirsi di nuovi equilibri.
Se hai bisogno ci siamo..scrivi qui info@separarsimeglio.it